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Tokio Hotel: «Per anni abbiamo avuto solo la carriera senza la vita privata. Ora abbiamo tutto»
Il successo mondiale, le fan in delirio, le stalker, la lunga pausa, quella voglia di essere liberi e il nuovo tour. Incontro con i Tokio Hotel
La vita spesso è proprio straordinaria. Capita che un giorno sei fan sfegatata di uno dei gruppi del momento e un altro giorno - 15 anni dopo - sei seduta davanti ai tuoi idoli dell’epoca, che oggi sono inevitabilmente cambiati. Non c’è più traccia della capigliatura di Bill Kaulitz, dei rasta di Tom Kaulitz, dei capelli perfettamente lisci di Georg Listing o dell’espressione buffa di Gustav Schäfer. I Tokio Hotel sono cresciuti, invecchiati, maturati. E con loro tutte quelle migliaia di fan che per anni si sono accampate giorno e notte davanti ai palazzetti, che hanno attraversato Paesi per seguirli, che hanno imparato il tedesco, che hanno lanciato reggiseni e che si sono tatuate il loro volto (chissà se poi si sono mai pentite). Quelle ragazzine diventate donne, sono tornate a urlare a squarciagola “Wir wollen Tokio Hotel” (Noi vogliamo i Tokio Hotel) in occasione del loro nuovo tour europeo. Li abbiamo incontrati a Milano.
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